Il conflitto tra Casse e gestione separata Inps sembra avere avuto uno stop dall'articolo 18, legge 111/2011, che ha disciplinato la situazione dei pensionati che intraprendono una professione regolamentata, fino a quel momento obbligati a versare la contribuzione sui compensi professionali alla gestione separata. Previo regolamento da emanare da ciascuna Cassa (molte lo hanno già fatto) deve essere previsto l'obbligo di versare la contribuzione alla Cassa (ridotta però almeno del 50% rispetto a quella dei non pensionati) e il conseguente venire meno dell'obbligo di versare i contributi alla gestione separata.
La doppia contribuzione comporta effetti sui trattamenti pensionistici. Vediamo le seguenti ipotesi:
1 la doppia contribuzione alimenta due gestioni, in ognuna delle quali l'assicurato matura il diritto a pensione autonoma: ad esempio, un consulente del lavoro (Enpacl) matura la «vecchiaia» al compimento di 65 anni, con 30 anni di contributi. Se, per un certo periodo, ha svolto attività libero professionale, non inquadrabile nell'Enpacl, e ha versato i contributi alla gestione separata, al compimento dei 70 anni, con almeno 5 anni di contributi effettivi, potrà accedere alla pensione di vecchiaia della gestione separata; la pensione decorrerà dal mese successivo al sorgere dei requisiti.
2 La doppia contribuzione ha alimentato due gestioni previdenziali, in nessuna delle quali è stata maturata la pensione autonoma. L'assicurato può ricorrere alla totalizzazione gratuita di tali periodi purché non coincidenti, puntando a raggiungere o l'anzianità contributiva massima di 40 anni a prescindere dall'età, oppure a raggiungere l'età di 65 anni con almeno 20 anni di contributi.
